È da maggio che una nuova cartella è presente nella nostra sede. Porta il titolo “TERREMOTO”. Contiene documenti, verbali, foto, comunicati, indirizzi, numeri telefonici, elenchi di materiale didattico e contributi ricevuti. Tutto ciò che è stato detto e fatto per affrontare i primi disagi del post-sisma.
Dentro c’è ora una importante sottocartella che porta il titolo “PROGETTO POSILLIPO”. Tutto è iniziato quando ai primi di agosto Donatella Orioli, Consigliera di parità di Ferrara, ci chiede di collaborare per realizzare un progetto di accoglienza a mamme e bambini, proposto dalla sua collega di Napoli, Luisa Festa.
La lettera della Festa fa riferimento all’UDI del 1947, quando Luciana Viviani per l’UDI, fu protagonista a Napoli di uno scambio di solidarietà con famiglie del Nord per far giungere nelle loro case bambini bisognosi. Molti di loro arrivarono in Emilia Romagna.
Nella foto da sinistra:
Liviana Zagagnoni: Responsabile UDI Ferrara,
Luisa Festa: Consigliera delle Pari Opportunità Napoli,
Stefania Cantatore: Responsabile UDI Napoli
Una storia ben raccontata nel volume “I treni della felicità” e nel documentario “Pasta Nera”. 70.000 bambini che per sfuggire alla fame e alla disperazione del dopoguerra, dal Centro Sud arrivarono al Nord.
Anni e gesti di grande solidarietà che hanno contribuito ad avvicinare due Italie in quel momento socialmente molto lontane.
Questa bella pagina dell’UDI la conoscevo; possedevo una copia di Pasta Nera dove la lucida memoria di Luciana Viviani, con il suo spiccato accento napoletano, percorre la sua esperienza.
Ora Napoli, di fronte al dramma del nostro terremoto, vuole ricambiare quei gesti, tentando di dare un periodo di sollievo a donne con figli, provati dal trauma e dai danni del sisma.
Così con entusiasmo ed emozione, pensando a Luciana e a tante altre dell’epoca, ci immergiamo nel progetto.
È una corsa col tempo. In poche settimane si deve formare una delegazione residente nei luoghi terremotati, disponibili a passare 10 giorni di vacanza a Posillipo, totalmente finanziati dalla Consigliera di parità, Comune e Provincia di Napoli. Il viaggio in treno è sostenuto dalla Consigliera di parità di Ferrara.
Ripercorrendo i rapporti istituzionali già avviati nei giorni del terremoto, riusciamo a contribuire alla formazione di questo particolare gruppo vacanziero che sarà composto da mamme e figli, nonne e nipotini.
E così il 1° di settembre ci si trova in tanti, puntuali e festosi ai binari della stazione, pronti ad intraprendere il viaggio a ritroso verso Napoli, dopo 65 anni.
Il bellissimo e veloce treno “Italo” dopo poco più di quattro ore entra nella stazione di Napoli, dove ci attende commossa Luisa Festa.
Io e Luisa abbiamo un motivo in più per essere emozionate. Ci abbracciamo e ci scambiamo alcuni flash di ricordi comuni: nel ’95 abbiamo condiviso esperienza e stanza a Pechino in occasione del forum mondiale delle donne. Incredibile come le strade a volte si ritrovano!
Con un bus messo a nostra disposizione, dopo aver ricevuto i primi saluti di benvenuti da due vigili municipali in servizio che si avvicinano incuriositi dal gruppo e dal numero infinito di valigie a seguito, attraversiamo la città, tra un chiasso infernale dei bambini eccitati dalle novità e smaniosi di arrivare nella struttura di accoglienza di Posillipo.
Da subito si avvertono i presupposti di una positiva armonia del gruppo, da quando cioè l’assegnazione delle stanze a cinque posti letto, avviene con semplicità per la disponibilità delle donne a condividere gli spazi con altre, conosciute solo in mattinata alla stazione.
I giorni successivi sono intensi di escursioni: visite guidate alla città, alla solfatara di Pozzuoli, all’orto botanico, all’acquario, ai laghi vulcanici, alle terme di Agnano, al mare, al festival “Pizza Napoli”… sempre trasportati dal bus comunale, accompagnati da operatori di “Napoli Sociale” che agevolano gli spostamenti del gruppo composto anche da un bambino disabile, una bambina di 3 mesi e da migranti.
Ma non è solo vacanza. Ci si riunisce, ci si confronta sulla natura del viaggio. Arriverà per salutarle anche una delegazione di donne della CGIL-CISL-UIL, mentre la Croce Rossa invia giochi ai bambini e tute alle mamme e nonne.
Insomma dieci giorni molto intensi.
Uno dei momenti più importanti e toccanti è l’accoglienza ricevuta nel Palazzo municipale dagli Assessori alle Pari opportunità e Servizi sociali del Comune e Provincia e dalla Consigliera di parità.
È il momento per presentare alla stampa il progetto e la speciale delegazione di Ferrara. Si sottolinea il ruolo e il riconoscimento dell’UDI, nel passato e oggi. Io e Stefania Cantatore dell’UDI di Napoli siamo orgogliose di stare a quel tavolo.
Il filo della memoria si ricompone tra noi presenti e due voci del passato. La prima è quella di Ormea Lupi, dell’UDI di Scortichino di Bondeno che in uno scritto fa giungere il ricordo di Armando Miceli, il bambino di 7 anni vissuto per un anno intero nella sua famiglia; la seconda, è la testimonianza di un “bambino del ’47” che si presenta e racconta la sua ospitalità in una famiglia di Reggio Emilia.
In quella sala, in quelle ore si avverte una atmosfera magica. La solennità e l’importanza del momento è palpabile anche nei nostri “diavoletti” che a dispetto delle loro piccole età, si trasformano in tante persocine adulte che silenziosamente attente assistono ai diversi passaggi cerimoniali.
È impossibile non guardarli, assieme alle loro mamme, con commozione, pensando alle loro notti insonni, alla paura del buio, alle insicurezze, provocati dal perdurare delle scosse sismiche di tre mesi prima, tutt’ora non del tutto superati.
Il terremoto emiliano ha aperto molte ferite strutturali, culturali ed individuali. I sostegni che in questi mesi arrivano in tante forme per aiutarci ad alzare la testa e affrontare miliardi di danni monumentali, scolastici, abitativi ed economici, sono importantissimi. Ma la solidarietà non è fatta solo di soldi: il valore di gesti generosi, di affetto come quelli ricevuti dalla comunità napoletana, è impagabile.
Grazie a questo progetto sono nate nella delegazione nuove amicizie e importanti esempi di convivenze anche con le cittadine migranti, esempi di sostegno l’un l’altra, tracciando i presupposti che il progetto non si è concluso con il ritorno a Ferrara di donne felici, riconoscenti e con la voglia di ritrovarsi.
Ora aspetta a noi non disperdere ciò che è stato seminato.
Per Donatella, per Luisa e per noi è stato un impegno che ha richiesto fatica, concentrazione e senso di responsabilità, una risposta quasi rassicurante a Luciana Viviani, quando a conclusione del documentario, con amarezza dichiara “Questo è un Paese che ogni tanto ha bisogno di ricordare che ha fatto delle cose bellissime. Spesso siamo contro noi stessi. Ci diciamo ciò che di male facciamo e ci diciamo poco ciò che di buono facciamo”.
Vorrei risponderle… Cara Luciana, come vedi, a qualcuna non solo piace ricordare le cose buone, ma piace anche rimetterle in pratica. Questo tra donne può ancora capitare.
Liviana Zagagnoni
20 Settembre 2012